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LE TIPOLOGIE DI INVECCHIAMENTO

LE TIPOLOGIE DI INVECCHIAMENTO

L’invecchiamento fisiologico nella popolazione è aumentato, dai primi anni del ‘900 ad oggi, in conseguenza della crescita dell’aspettativa di sopravvivenza, grazie al miglioramento generale nelle condizioni di vita. Ciò significa che le tematiche legate alla terza età oggi interessano un ampio numero di persone. Le ultime ricerche sul benessere psicologico riportano che le persone più adulte esprimono un maggior grado di soddisfazione personale e di benessere psichico rispetto alle persone più giovani. Questo potrebbe sembrare un dato paradossale, eppure ci permette di comprendere che, anche in età avanzata, ciascuno può avere un ruolo attivo nella costruzione del proprio benessere.

Un buon invecchiamento fisiologico è possibile: i fattori che favoriscono una migliore qualità di vita e salute in età avanzata comprendono comportamenti e stili di vita, fattori psicologici e sociali. Tra i più rilevanti, legati allo stile di vita, troviamo una dieta bilanciata, esercizio fisico costante, che determina un effetto positivo anche sull’umore, un numero adeguato di ore di sonno, l’astensione dal fumo, un consumo moderato di alcool, attività di prevenzione regolare. Per quanto riguarda i fattori psicologici e sociali, tra i più influenti vi sono, ad esempio, un atteggiamento positivo nei confronti della vita e dell’invecchiamento stesso, concedersi tempo dedicato agli hobby e ai divertimenti, mantenere relazioni sociali, avere un ruolo attivo nella società e nella propria comunità. Quindi, dare attenzione al nostro stile di vita fin da giovani, tanto per le abitudini comportamentali, quanto per l’aspetto psicologico e sociale, ci permette di costruire potenzialità e risorse alle quali poter attingere nella terza età.

L’invecchiamento fisiologico comporta inevitabilmente dei cambiamenti fisici esterni e interni, cambiamenti a livello sensoriale, un declino più o meno marcato di diverse funzioni neuropsicologiche tra cui la memoria, il linguaggio e l’attenzione. Tali modificazioni possono essere a volte minime e molto lente, altre volte più profonde e progressive.

Per quanto attiene all’invecchiamento patologico, il tema è al centro dell’attenzione a livello mondiale poiché, con l’innalzamento dell’età della popolazione, si assiste a un aumento dei casi di Demenza. Le Demenze degenerative primarie sono malattie devastanti del sistema nervoso centrale, in cui la personalità e l’identità della persona vengono progressivamente distrutte. Secondo il Rapporto OMS e ADI (Alzheimers Disease International) del 2016 la Demenza, nelle sue diversificate forme, è stata definita “una priorità mondiale di salute pubblica”. Le stime più recenti a livello internazionale indicano che nel mondo vi sono circa 35,6 milioni di persone affette da Demenza, con 7,7 milioni di nuovi casi ogni anno e un nuovo caso di Demenza diagnosticato ogni 4 secondi.

Esiste inoltre una condizione clinica, che si può collocare tra l’invecchiamento fisiologico e patologico, chiamata compromissione cognitiva lieve o “Mild Cognitive Impairment” (MCI). Tali individui presentano deficit cognitivi maggiori rispetto a quelli che statisticamente si possono osservare in soggetti con pari età ed istruzione, tuttavia tali deficit non interferiscono significativamente nello svolgimento delle attività giornaliere. L’MCI può essere un fattore di rischio per la demenza, ma non in tutte le persone con deterioramento cognitivo lieve si assiste ad un peggioramento della condizione clinica, in quanto in alcuni soggetti i deficit rimangono stabili, senza che si assista ad un progressivo decadimento cognitivo.

Comportamenti considerati “normali” per l’invecchiamento fisiologico:

  • Dimenticanze sporadiche (non ricordare il nome di una persona o di recarsi ad un appuntamento)
  • Avere una parola sulla punta della lingua
  • Impiegare più tempo a memorizzare e apprendere nuove informazioni

Comportamenti che costituiscono un campanello d’allarme per l’invecchiamento patologico:

  • Non ricordare i luoghi, le date o le persone
  • Perdersi in luoghi familiari
  • Ripetere o chiedere più volte la stessa cosa in un breve periodo
  • Mostrare comportamenti bizzarri (es. riporre un oggetto nel luogo sbagliato: le chiavi nel frigorifero)
  • Minor cura dell’igiene personale
  • Sintomi comportamentali (maggior irritabilità, umore deflesso, apatia, labilità emotiva, aggressività, deliri, allucinazioni).

Bisogna ricordare infine, che fattori come stress, stanchezza psicofisica e umore deflesso hanno un’influenza negativa sulle prestazioni mnestiche e sul rendimento cognitivo quotidiano. Per tali ragioni è importante tenere in considerazione tutti i fattori che possano in qualche modo interferire con il normale funzionamento cognitivo del soggetto.

 

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